Se sei il titolare o il responsabile di un’azienda forse ti sarai chiesto a quanto ammonta il valore dei dati informatici che l’azienda conserva e lavora tutti i giorni.
Ti proponiamo un esercizio facile. Domani mattina, appena arrivi in ufficio, simula una catastrofe: spegni il server o fai semplicemente finta che nè tu nè altri, per un motivo qualsiasi, non possiate accedere ai dati.
A questo punto, chiedi a te stesso ed a ciascun dipendente come continuare a lavorare senza accedere ai dati esistenti: si possono ricostruire in qualche modo? E’ qualcosa che si può fare in minuti, ore o giorni? Oppure, si tratta di un danno irreversibile?
Se la catastrofe costa solo un piccolo lavoro extra puoi smettere di leggere o puoi farlo per cultura personale e con un certo relax. Se credi di essere in questa categoria, ti invito a riflettere bene: sei una rarità o hai sottovalutato il problema?
La verità è quella rilevata dallo studio del gruppo “The Diffusion Group“: il 60% delle aziende afflitte da perdita dati chiude entro 6 mesi mentre il 72% delle aziende coinvolte in una perdita dati importante chiude entro 24 mesi.
La materia della perdita dati (data loss) è complicata e purtroppo, spesso, viene affrontata con superficialità e semplificazioni inconsistenti.
La perdita dati può avvenire per vari motivi, ecco i più comuni:
- può derivare dalla rottura del disco rigido (e dei supporti di memorizzazione in genere)
- può essere il risultato di un blackout elettrico
- può essere conseguenza di un furto
- può derivare da errore umano
- può essere conseguenza del transito di particelle alpha e raggi cosmici
- può essere conseguenza di infezione da virus e ransomware
Per ciascun rischio esistono delle basi teoriche e delle indicazioni.
Puoi leggere il nostro decalogo per prevenire la perdita dati
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